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Il gesto di virtù

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Valentina Salzani

Pedagogista ed educatrice

Vi voglio raccontare di un episodio avvenuto all’interno del nostro progetto di doposcuola Kaleidos. I nomi sono di fantasia.

I bambini che insegnano.

Ennio è un bambino di quelli che proprio non piacciono alle maestre, disturba costantemente, non sta mai seduto al posto, fa sempre ciò che non va fatto e quando viene ripreso diventa davvero provocatorio, sfidandoti con versi e gesti. Non riesce a contenersi, sembra sempre un fiume in piena pronto a travolgerti, ad assorbire e portare tutto l’intorno con sé, in un mondo assordante caratterizzato da ritmi frenetici e incontenibili.
Ennio non gioca con gli altri bambini, un po’ non riesce, un po’ non lo vogliono: è troppo agitato, non sta su una cosa più di cinque secondi e a volte fa male. Spesso quando accogliamo i bambini dopo la scuola lui ha morsi sulle braccia, che si fa cercando di stare seduto.
Ennio è uno di qui bambini per cui capisci che qualcosa davvero non va, ma pensi anche che un po’ non sia lui il problema. Diventa un chiodo fisso e cominci a pensare a come metterti in gioco per modificare la situazione.
Camilla, sua compagna di classe, è una bambina di quelle che tutti vorrebbero come amica. Oltre ad essere davvero bella, con i suoi giganteschi occhi azzurri. i capelli neri su un viso che sembra disegnato, è molto simpatica, conosce un sacco di giochi e riesce a stare con tutti. Camilla è anche molto intelligente, competente e creativa. Il suo gioco preferito è quello di inventare poesie ispirate a quadri famosi, ultimamente si è dedicata a Monet. È un po il leader del centro aperto, tutti fanno a gara per poter giocare con lei o starle vicino.
Un pomeriggio avviene qualcosa di inaspettato. Tutti i bambini sono fuori a giocare in modo libero ognuno con i suoi amici preferiti. Ennio sta scavando un buca gigante alla ricerca di un fossile di dinosauro da relegarmi. So già che domani mattina dovrò subirmi un rimprovero per questo, ma mi piace tanto l’idea.
Ad un certo punto spunta Camilla che si avvicina e chiede se può giocare con noi, perché anche lei vorrebbe trovare un fossile di dinosauro e e le sembra che il gioco inventato da Ennio sia davvero bellissimo. Il bambino, un po’ stupito, accetta iniziando a lanciare terra ovunque, anche un po’ in testa a Camillla. Gli altri presenti rimangono prima ad osservare questa nuova coppia e poi pian piano iniziano ad unirsi in questa strana ricerca. Ennio, che non riesce proprio a fare la stessa cosa più di cinque minuti, ad un certo punto inizia a correre nel giardino, salvo ritornare ogni tre secondi a lanciare terra. I bambini cominciano ad innervosirsi ma Camilla no e trasforma tutto questo in un gioco: loro sarebbero stati il gruppo di archeologi scavatori e Ennio era l’aereo che trasportava i materiali ritrovati da una parte all’altra del mondo.
A fine giornata all’uscita fermo Camilla e le faccio notare che aveva compiuto un gesto molto gentile e generoso, facendo giocare un bambino che veniva sempre escluso. Lei mi risponde :” La mamma mi ha detto che Ennio ha una malattia, l’adhd, e che è per questo che fa tutte queste cose. Mi ha detto che è come quando hai la tosse e continui a tossire disturbando. Nessuno smetterebbe di giocare con te per questo perché si saprebbe che non lo fai apposta”. Ed ecco l’ennesima lezione di vita fornitami da una piccola saggia. Ho pensato molto spesso a Camilla e a quanto lei mi abbia confermato, in vari modi, che le virtù s’imparano: mi sono venuti in mente i bigliettini pieni di affetto che la mamma le lascia ogni giorno nel contenitore del pranzo, o al suo papà che ci ha permesso, grazie ad un aiuto con i trasporti, di inserire nel nostro centro aperto bambini che altrimenti non avrebbero potuto parteciparvi.
Ho pensato anche al circolo virtuoso che si è innescato con questo gesto nel nostro gruppo di bambini, dove ora l’attenzione all’altro è davvero molto alta. Ora lasciamo ai bambini tanto tempo per il gioco libero perché hanno sviluppato un livello di autonomia e gestione tale dei conflitti che ci dispiace interromperli. Facciamo spesso anche fatica ad inserirci nei loro giochi, ci sembra di disturbarli, nonostante a volte iniziamo a sentirtici noi educatori gli esclusi. Ennio è stato anche invitato a tre compleanni nei mesi del centro aperto, cosa che davvero non era mai successa.
Ho raccontato, con il permesso di Camilla e della sua mamma, l’ episodio agli altri genitori, che hanno iniziato un processo di buone pratiche condivise, creando un gruppo molto attivo e coeso. Ci siamo presi il tempo di incontrarci, di condividere le difficoltà ma anche i successi dei bambini, in modo da creare un piccolo luogo di scambi virtuosi, che potesse fungere da buon esempio per i più piccoli.
Ennio e Camilla sono diventati una coppia di amici, lui riesce perfino a fare i compiti, sdraiato a pancia in su sul pavimento, con lei seduta al fianco a ad aiutarlo. Lui continua ad essere irruento e invadente ma lei sembra aver accettato il pacchetto completo.

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