Valentina Salzani
Pedagogista ed educatrice
Condividere, come partecipazione comune ad un qualcosa, un’esperienza che avvicina, che diviene ricca e fertile perché vissuta in equilibrio tra un essere d’accordo e punti di vista differenti. Condividere, lontano dal senso comune odierno di comunicare regalateci dai social, ma come dono all’altro di informazioni, esperienze e vissuti utili per generare un’apertura agli sguardi. Condividere, un’esigenza che diventa gigante e impregna quando si è alle prese con un qualcosa di nuovo, che non abbiamo ancora sperimentato, rendendoci fragili ed insicuri nelle scelte.
E quale può essere l’esperienza più disarmante se non quella di divenire genitori, di dover assumere quella funzione di “cura responsabile” che stravolge e cambia la vita? Genitori in un tempo e un luogo ove spesso non abbiamo più un contesto comunitario di supporto, degli adulti che sono in vicinanza costante e che ci siano già passati. Genitori che sono immersi in un intorno richiedente che trasmette un’immagine di mamma e papà intrinseco di perfezione e, perché no, a volte di super poteri.
Ed è proprio da queste premesse che diventa urgente creare degli spazi dedicati allo stare, il sostare in gruppo con il proprio bambino o la propria bambina in un contesto condiviso con altre famiglie. Un tempo lento dedicato al dare la possibilità di sperimentare ai più piccoli, di immergersi nelle prime relazioni con i pari, nei primi anni di vita caratterizzati da un mischiarsi tra la tendenza alla socialità ed agiti aggressivi. Sperimentare inoltre attività ludico creative che supportano i bambini e le bambine nello sviluppo del “saper stare” oltre che nel movimento, manualità fine e sviluppo cognitivo. Attività caratterizzate dall’utilizzo di materiali naturali e di uso comune, che possano essere ripetibili a casa e diventare proposte quotidiane.
Attraverso questo tempo trascorso insieme i genitori possono innanzitutto fermarsi, mettere lo sguardo sul proprio bambino o la propria bambina, osservandoli in relazione con il mondo esterno. Inoltre è possibile condividere, informazioni, vissuti, emozioni e, perché no, strategie sperimentate. Una condivisione che spesso diventa di fatiche quotidiane, che normalizza e fa sentire meno soli, senza la pretesa di ricevere facili soluzioni o ricette, ma con un costante ascolto e uno stare in vicinanza.
Uno spazio infine che fornisce prevenzione, nel suo significato etimologico di “venire prima”, di anticipare lo sviluppo di situazioni complesse o di disagio attraverso il ricercare con i genitori strumenti per far fronte alle sfide quotidiane e supportare i bambini nella costruzione di competenze relazionali ed emotive che li rendano in grado di far fronte alle difficoltà che sicuramente incontreranno nel percorso di crescita.
Spazi fondamentali, spazi non per le famiglie ma con le famiglie.